L’eolico offshore galleggiante e il suo contributo alla transizione energetica italiana
Daniele Caruso, Project Director della partnership italiana tra BlueFloat Energy e Nadara, racconta in questa intervista ad Alessia Bardi di Rinnovabili come le due società stiano collaborando per sviluppare l’eolico offshore galleggiante in Italia.
Nadara, ex Renantis, porta con sé l’esperienza nel mondo delle rinnovabili e una forte conoscenza del sistema energetico e del territorio italiano, mentre BlueFloat Energy offre un’esperienza consolidata nello sviluppo di parchi eolici galleggianti a livello globale. Questa sinergia consente di massimizzare le competenze locali e internazionali per implementare tecnologie avanzate e a basso impatto ambientale.
L’eolico offshore galleggiante presenta vantaggi significativi rispetto all’eolico tradizionale. Permette l’installazione di turbine in acque profonde e lontane dalla costa, dove la velocità del vento è maggiore, migliorando così la produttività energetica degli impianti. Una tecnologia particolarmente adatta ai mari italiani, che presentano profondità elevate e fondali frastagliati: condizioni nelle quali l’eolico galleggiante ha un minor impatto ambientale e maggior efficienza rispetto alle installazioni fisse sul fondo marino.
Il processo di installazione di un impianto eolico offshore galleggiante parte dalla costruzione della piattaforma galleggiante in un ambiente cantieristico. Questa viene poi rimorchiata fino a un porto di integrazione, dove viene assemblata con la turbina eolica. Successivamente, il sistema integrato viene trasportato al sito finale, dove viene ancorato al fondo marino e collegato alla rete elettrica tramite cavi sottomarini. Questa procedura consente di mantenere la piattaforma stabile e operativa in acque profonde.
BlueFloat Energy e Nadara stanno sviluppando una pipeline di progetti per un totale di 5,5 gigawatt di eolico galleggiante in Italia, con un investimento cumulativo di circa 18 miliardi di euro. Questi progetti, i più avanzati dei quali sono Odra e Kailia in Puglia, potrebbero generare circa 18 miliardi di kilowattora all’anno di energia rinnovabile, riducendo significativamente la dipendenza dall’importazione di energia elettrica da Paesi terzi.
Il settore dei cavi, in particolare aziende come Prysmian, gioca un ruolo cruciale nel successo di questi progetti. Prysmian è leader mondiale nella produzione di cavi ad alta tensione, sia sottomarini che terrestri, e la sua capacità di affrontare sfide ingegneristiche complesse è fondamentale per lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante. Daniele Caruso sottolinea a questo proposito l’importanza di continuare a investire in tecnologie emergenti e nella capacità produttiva nazionale per sostenere la transizione energetica dell’Italia, creando promettenti sinergie tra diverse filiere industriali del nostro Paese.
Di che cosa si occupano BlueFloat Energy e Nadara? | Che cos’è l’eolico offshore galleggiante? |
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Qual è il processo di installazione di un impianto eolico offshore? | Quali sono le strategie di BlueFloat Energy e Nadara in Italia? |
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Quali sono le principali sfide per il settore? | Quali sono i vostri obiettivi futuri? |
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Eolico offshore galleggiante e obiettivi PNIEC | La filiera dell’eolico offshore galleggiante |
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Cosa chiede BlueFloat Energy al settore dei cavi? | |
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